Privacy & Cookies: This site uses cookies. By continuing to use this website, you agree to their use.
To find out more, including how to control cookies, see here: Privacy policy

sabato 28 luglio 2012

dhcmrlchtdj (o) smembramento di babele / giovanni duminuco. 2012

a destra e a sinistra di questo specchio inconcepibile, quaranta lettere di colore nero, simboli ortografici di uomini antichi, nelle linee caotiche della mano: lingue remote, permutazioni a ripetizione illimitata: la legge fondamentale della circonferenza, triangolare o pentagonale, la natura informe e caotica nella spiegazione dei misteri fondamentali dell'idioma, opere inutili e inaccessibili, tracce del culto dell'umanità, l'idea delirante del libro, vecchi uomini, facsimili imperfetti, incessante disordine, febbrile mutarsi in altro nome, un terribile infinito: la vecchiezza e il timore, un'abitudine retorica, dhcmrlchtdj, proposizioni incoerenti, ogni anno più frequenti, una sola lettera, l'unica perfettamente immobile, il nome poderoso di un dio e la sua confutazione, condizione che annienta le pagine degli uomini, lingue evidenti o nozioni di analisi combinatoria: ho peregrinato in cerca del numero possibile, le tue piramidi su una luce trasversale, una direzione qualsiasi, la definizione corretta, linee caotiche della mano, la mia solitudine, lo scrivere metodico nello stesso vocabolario: l'insondabile significato che c'è tra il divino e l'umano: scoprire la legge dell'aria, le interpretazioni della falsità in tutte le lingue, il resoconto della tua morte, una lettera o una virgola, un numero indefinito nelle più lontane gallerie dell'universo, nel senso in cui la formularono gli inventori, tutti i lati meno uno, vecchi uomini padroni di un tesoro ascetico, scale e gallerie di parole infami, regioni remote, insensate cacofonie: la dimostrazione della scrittura, credenziali indubbiamente suscettibili d'una giustificazione crittografica, il disordine oltraggiato e annientato, circonferenza inaccessibile, inverosimile orrore, il nulla della storia: negli stretti corridoi, dove il vento affonderà il mio corpo nell'estasi della caduta, fedelmente mi preparo a morire: