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sabato 26 maggio 2012

caution (2012)


una volta hai creduto di poterti allontanare _ di violare il perimetro auto-imposto della visione _ da quella volta sai che qualcosa verrà usato per impedire il tuo passaggio _ un solvente organico dissolto nel margine preciso della combustione _ allontanandoti dal perimetro hai infranto il dato come sconto _ il prezzo da pagare per volte e volte di seguito _ la guardia sulla stessa linea da cui immaginavi una fonte luminosa _ immersa in una verità filtrante oltre una soglia non ancora valicabile _ per farlo non si segue mai l'intuizione _ bisogna nascondere la testa sotto metri e metri di terra _ per far sì che nessuno veda _ avere i recettori attivati per non incorrere in penalità _ si può capire come continuano a vivere le cose _ come pagano la costituzione della materia _ esse sono occhi che si aprono di nuovo _ nel tutto delle ispezioni separate _ che provano fessure parallele _ distillano frazioni infinitesime _ negano di essere dentro una cecità che le lascia fare _ che arriva sulla messa a fuoco _ in qualche modo hai provato ad essere feroce _ ora sai che ogni follia mette in moto qualcosa d'altro _ mentre immagini la provenienza del calore hai già assistito alla disgregazione _ sai che ferocia è vedere una fiamma da lontano _ scontare il nulla che si impila dentro ciò che è lasciato vuoto _ il soffio da cui esala una possibile sopravvivenza _ il fuoco che vedi è lontano e trasparente _ fisso e intoccabile per scelta _ hai lasciato che l'occhio determinasse la propria contingenza _ il campo visivo della restrizione _ ora pensi che presto o tardi sarà feroce anche il sonno _ quando ti addormenti indossi un vestito per proteggere gli arti dallo schiacciamento _ dai risvegli che possono causare danni interni _ per curarli puoi farlo solo standoti vicino _ capendo che la terra levita continuamente _ sviluppa catene di elementi che si aggregano _ che non possono portarti da nessuna parte se corrodono la propria calma _ li potevi vedere sulla pelle _ su tutti i legamenti di un corpo che non si muove _ del corpo che hai visto per intero _ ti sembrava che stesse per aprirsi _ consentirti di vivere di nuovo _ di farlo vedendoci attraverso _ ora i turni di lavoro sono immobili _ bloccati nel mezzo inconsapevole di questa distrazione _ inviano segnali lungo le arterie _ lungo il centro e le periferie della tua stessa guarigione _ colgono l'attimo per raffigurarti _ mentre ogni nervo imposta il proprio passo _ solca aloni che rilasciano un credo immaginario _ riguardi i cerchi che ricordano la fuga _ che rammendano incisioni fatte a crudo _ rimaste nel proprio dei muri _ per questo hai pagato la violazione del perimetro _ girando per distanze non cronometrabili _ svuotando un numero prefissato di contenitori _ di riflessi che si incarnano _ sparsi ovunque e poi volati via _ fissati al suolo da una qualsiasi accensione _ da quella volta gli occhi provano ancora uno sguardo ulteriore _ ma si sentono schiacciati dalla lingua _ quella volta ti hanno preso mani e piedi per guardarti _ per poi inchiodarti dove restano gli oggetti resi parte di un enorme corpo _ presente ovunque _ che rende irregolare la superficie dei solchi _ sanno che un giorno verranno trovate da un altro _ che qualcuno noterà queste sporgenze _ chiunque violerà il perimetro e si inizierà a cercare _ scavando sotto emergeranno strati e strati di persone e corpi uniti per mani e piedi _ chiunque capirà il senso del reticolato osservando le ossa inondate dalla terra _ non si crederà più a nessuna teoria ulteriore per questo mondo interno alla materia cerebrale _ reticolato è una parola che significa solo nel momento in cui la si attraversa _ vuol dire che certe cose non potranno mai esistere _ le altre esistono soltanto _ se iniziano di nuovo a scomparire _ se provano ad essere incolori